Boston: il "mega" report di Salvatore Ercolano

Boston: il "mega" report di Salvatore Ercolano
30 07 2017

Un recente acquisto della Scuola vela Mascalzone Latino, l'istruttore Salvatore Ercolano, era l'accompagnatore della "spedizione" a Boston e, sopratutto, un uomo di cultura. Insegna all'Università di Napoli e ha avuto il piacere di raccontare nei dettagli ogni giorno di questo indimenticabile viaggio.

Link: a questa pagina il report dei primi due giorni
 

Giorno 3

Nella terza giornata ai ragazzi viene concessa una temporanea tregua dalla sveglia. Mattinata libera e nel pomeriggio ci attendono le regate al circolo del MIT ma questa volta ci confronteremo con il livello più alto. Dunque sveglia alle 9.30, colazione a casa di Frank, prepariamo i nostri zainetti e via alla scoperta di questa affascinante città. Infatti dopo una prima panoramica offertaci dal giro in auto con Giovanni Saraceno adesso abbiamo proprio bisogno di respirare la città con la metro e con i talloni. Giro al Prudential Center soprattutto per sfruttare una delle tanti reti internet a disposizione e comunicare con casa e poi alla Copley library per far capire ai ragazzi quanto diversa e più diffusa può essere la fruizione di una biblioteca da quello a cui loro sono abituati.

Per pranzo ci dirigiamo in zona downtown, giretto sulle strade dello shopping, panino e patatine american style e nel primo pomeriggio ci riposiamo un po’ giocando con gli scoiattoli nel parco sulla  Tremont street..Riposati prendiamo nuovamente la metro, passeggiata in zona cambridge e dopo sul charles river. Arrivati finalmente al circolo del MIT notiamo immediatamente volti nuovi e facce decisamente da velisti. Giubbotti da deriva, pantaloncini da barca, crema protettiva come solo un velista navigato può mettere e molta sicurezza già quando si allontanavano dal pontile. Dico subito ai ragazzi che oggi sarebbe stata dura per noi e infatti così è stata. Regate da subito difficilissime ed estremamente competitive, livello tecnico altissimo. Abbiamo regatato con ottimi derivisti da tutto il mondo che lavorano o studiano al MIT. Insomma, velisti con un quoziente intellettivo sicuramente al di sopra della media. Nonostante tutto le regate sono state molto divertenti e stimolanti. Nel giro di 2 minuti arrivavano più di 20 barche a significare che il livello medio era decisamente alto! Ma nonostante tutto lo spirito, pur in completa competizione, continuava ad essere amichevole, divertito e sereno. Resto impressionato ancora di più dalla formula utilizzata dal circolo. Barche identiche (hanno a disposizione 30 Tech mantenuti in ottima condizione), cala vela ordinatissima, soluzioni semplici e intelligenti, sistema di alaggio pratico e veloce. Insomma, si vede che siamo al circolo di una delle università più prestigiose al mondo. Ed anche la formula di regata è perfetta. Regate di flotta su un percorso della durata di circa 18 minuti, partenze a ripetizione dalle 17 fino al tramonto. Campo di regata posizionato perfettamente e molto velocemente. Fanno regate di questo livello 2 volte a settimana, da aprile fino ad ottobre. Tutto senza fronzoli. Foglio di carta per le iscrizioni dove segnare nome e cognome, numero di tessera del circolo, numero velico, giubbotto, caschetto e che vinca sicuramente il migliore.

Terminate le regate ringraziamo i responsabili per l’opportunità e torniamo a riva dove ci aspetta il nostro amico Frank che ci porta a cenare in compagnia di un’amica italiana in un ristorante asiatico a buffet. Alessio da prova di grande appetito, continua a mangiare fino a quando il ristorante non chiude incentivato dalla formula “all you can eat” e finalmente sazi torniamo verso casa dove ci aspetta finalmente il nostro meritato riposo. Per ricaricarci al meglio prima della prossima giornata bostoniana!

Giorno 4

Il mattino ha l’oro in bocca, ma questa volta sarebbe più opportuno dire ha l’inglese in bocca. Infatti alle 8.30 abbiamo appuntamento con Rosario, altro membro dell’associazione PIB, in una scuola di inglese per studenti stranieri. Quindi sveglia alle 7, colazione a casa di Frank, doccia rapida e via con la metro arancione in direzione downtown. Ci incontriamo puntuali con Rosario su Tremont street con il quale entriamo in questa scuola di inglese. Veniamo subito accolti dallo staff e dopo una breve chiacchierata per capire il nostro livello veniamo assegnati a diverse classi. Si, anche io ho avuto la possibilità di stare per qualche ora in una classe di inglese! Incredibile, quasi non ci credevo. Con l’esaminatrice decidiamo di dividere i ragazzi in due classi diverse per spronarli a comunicare in Inglese. Abbiamo trascorso 4 ore molto divertenti e formative che sicuamente hanno fatto capire ai ragazzi l’importanza della conoscenza della lingua inglese.

Dopo la scuola, accompagnati da Rosario siamo andati alla pizzeria MAST. Si, pizzeria. E la pizza era anche buonissima. Inutile dire merito di Marco e dello staff, napoletano, anzi di secondigliano come lui stesso ha precisato. Marco è un ragazzo estremamente operativo e simpatico che ha dato grande prova ai ragazzi di quanto possa ripagare il duro lavoro associato ad una grande passione. Perché quando parli con Marco non puoi non sentire la passione che ci mette nel suo lavoro.

Dopo mangiato abbiamo fatto due passi nel quartiere italiano e alle 17 ci siamo recati al museum of fine arts sfruttando la giornata di ingresso libero che offre ogni mercoledì il museo.

Il museo ci ha molto impressionato per la vastita della raccolta di opere che va dall’arte antica all’arte contemporanea. Dopo un’iniziale titubanza da parte dei ragazzi, siamo passati alla lettura delle opere in chiave divertita e curiosa che ha permesso loro di interagire anche con le diverse forme di creatività che hanno avuto modo di assaporare. Abbiamo trascorso nel museo due ore che praticamente volate! Tuttavia alle 20.30 avevamo appuntamento con Giovanni e altri amici per una cena a base di aragosta (in realtà astici!), granchi, vongole e ostriche. Io come al solito, da buon vegetariano ho mangiato un tramezzino con formaggio e insalata e patatine fritte. Nel corso della cena i ragazzi hanno ascoltato con interesse le storie degli amici di Giovanni che hanno fatto capire loro che con impegno, passione e dedizione e possibile affermarsi sia professionalmente che umanamente.

Ringozzati e soddisfatti siamo stati riaccompagnati a casa dove Frank ci aspettava per sapere come fosse andata la giornata. Qualche chiacchiera e poi dritti a nanna. Domani la sveglia ci darà un po’ di tregua, ma la giornata sarà sicuramente intensa!

Giorno 5

La giornata oggi inizia un po’ più tardi. Le regate sono in programma nel pomeriggio presso il Courageous pavillon e quindi ne approfitto per far risposare qualche ora in più nostri ragazzi. Sveglia alle 9.30, colazione e poi via in direzione Acquarium. La giornata è decisamente più fredda e minaccia tempesta. Dopo una passeggiata in zona Quincy market andiamo all’acquario ad osservare pinguini, leoni marini, pesci tropicali, spugne, crostacei, tartarughe, razze e qualche piccolo squalo. A pranzo ci addentriamo nel Quincy market dove mangiamo un hamburger con patatine fritte e faccio provare ai ragazzi una backed potato. Alle 15 andiamo all’appuntamento da Giovanni Saraceno che ci porta a fare un giro nel calduccio della sua auto. Purtroppo alle 16 riceviamo la notizia che la regata è stata annullata per via del cattivo tempo. Giovanni ci accompagna in zona Cambridge dove tra uno Starbucks e qualche negozio di souvenir il tempo vola veloce fino ad ora di cena. Giovanni ci porta a casa sua dove la moglie Maria Luisa ha preparato una cena decisamente italiana. Bucatini, pasta al forno, braciole, caprese, tortino di spinaci, pannocchie e dolci. Giovanni inoltre mi fa assaggiare un ottimo vino, il Malverno, proveniente dal suo paese natio del quale avevamo parlato qualche giorno prima! Non potevo capitare meglio.
Dopo la grande abbuffata facciamo qualche chiacchiera con Giovanni e Maria Luisa che rappresentano una coppia fantastica ed inossidabile e tra una risata e l’altra si è fatta già ora di tornare a casa. Anche oggi la giornata è stata piena ed interessante ma dobbiamo andare a letto presto. Domani sveglia alle 6 perché alle 8 ci aspettano al Community Boating per una regata sul Charles River.

Giornata 6

Oggi la sveglia torna a suonare presto. Ore 6.30, colazione a casa di Frank, doccia e usciamo di casa in direzione del Community Boating dove ci aspettano alle ore 8.00 per la regata “Community Boating and Mascalzone Latino”. Arriviamo leggermente in anticipo e ci presentiamo a Carlo, la direttrice del Community Boating che ci offre la più calorosa accoglienza. Ma soprattutto da un’ottima notizia ai nostri ragazzi. Quest’anno il club ha comprato dei 420 nuovi, quindi le regate si faranno sulla barca con la quale normalmente i ragazzi si allenano! Cominciano ad arrivare tanti ragazzi e siamo subito impressionati dalla perfetta organizzazione del club. Venti istruttori, tantissimi mercury, qualche rode 19, venti 420, tavole a vela e kayak. Una macchina da guerra per gli sport acquatici. Ma la cosa bella è la loro filosofia che cerca di avvicinare tutti alla vela e ad altri sport. Dopo un breve briefing in cui vengono date informazioni sulla regata ma anche alcune indicazioni circa il riciclo e altri comportamenti “environmental friendly” andiamo ad armare le imbarcazioni. Questi 420 presentano un armo semplificato che tuttavia disorienta un pochino i nostri ragazzi, qualche bitta al posto di strozzascotte, un paranco semplificato per lo strallo e un wang minimale. Tuttavia con qualche piccolo suggerimento riescono ad armare la loro imbarcazione ed uscire in acqua in tempo per le partenze. Le regate si svolgono con un format pratico e semplice e questa volta i loro avversari sono prevalentemente loro coetanei. Tante partenze, regate brevi su percorsi differenziati quali triangolo e bastone e tanto divertimento. Il vento fortunatamente ci assiste e riusciamo a completare ben 8 regate delle quali i nostri ragazzi riescono a vincere ben 4 prove posizionandosi in testa alla classifica della regata. Rientrati a terra ci si aiuta a vicenda ad alare le barche, disarmare e rimettere tutto in ordine. Sempre tutto con la massima semplicità! Il tempo di cambiarsi, mangiare tutti assieme un hot dog (anche vegan friendly) con tutti i regatanti e inizia la premiazione. Per tutti i partecipanti c’è un premio, ma ai nostri ragazzi, primi in classifica, viene consegnato un attestato, una maglietta, un cappellino e un guidone del circolo. Foto assieme a tutti i ragazzi e agli istruttori che hanno permesso questa bella manifestazione e ci congediamo con la promessa di intensificare i rapporti tra i nostri circoli che seguono la stessa missione, avvicinare a questo fantastico sport quanti normalmente non potrebbero autonomamente.
Ma non abbiamo troppo tempo perché nel tardo pomeriggio ci aspettano al consolato per la cerimonia di consegna dei premi in presenza del console e di tutti i PIB manager che hanno sostenuto questa iniziativa. Arriviamo puntuali alla sede del consolato dove ci aspettano i signori Saraceno e in compagnia di Antonella facciamo visita al console che ci accoglie molto calorosamente e col quale i ragazzi scambiano alcune impressioni circa questa unica esperienza. È bello sentirsi a casa anche a tanti km da Napoli, in compagnia di tanti italiani che lavorano a Boston ma che conservano i valori della loro nazione. Durante il loro discorso i ragazzi sottolineano le cose che porteranno a casa dopo questa esperienza, mentre il Console, Giovanni Abbadessa e Antonella spronano i ragazzi a farsi testimoni e ambasciatori degli sforzi e dei valori appresi nel corso di questa avventura.
Dopo la cerimonia andiamo tutti a cena in uno sport pub nel nuovo quartiere di Boston, poco lontano dalla sede del consolato e poi tutti a dormire. Oggi è stata una giornata soddisfacente e anche molto intensa per i nostri ragazzi, ma domani ci aspettano nuove esperienze qui a Boston. Ma soprattutto si parte per un fine settimana sull’oceano a Cape Cod!

Giorno 7

Dopo la giornata intensa di ieri lascio dormire un poco in più i ragazzi e dopo l’immancabile colazione a casa di Frank, in compagnia di Antonella abbiamo in programma una breve visita ai laboratori dove la nostra amica lavora. Dopo una breve disavventura con l’antifurto a casa di Frank, risolto in pochi secondi (ma che comunque ha fatto scattare la polizia!) facciamo prima una passeggiata nel quartiere del South Hand e successivamente ci rechiamo presso i laboratori non lontano dal quartiere di China Town. Qui i ragazzi hanno la possibilità di vedere come è organizzato un laboratorio e come si svolge una normale giornata di un ricercatore. Antonella ci spiega molto efficacemente le sue principali linee di ricerca nel campo delle neuroscienze e ci da la possibilità di osservare alcuni suoi esperimenti con il telescopio. I ragazzi si mostrano estremamente curiosi di qualcosa che non avevano nemmeno mai immaginato! Dopo un’oretta salutiamo Antonella, mangiamo in un fast food a Downtown e in Metro ci dirigiamo verso il Museo delle Scienze.
Durante la visita i ragazzi hanno la possibilità di curiosare su un’infinità di campi diversi, molti dei quali tra l’altro attinenti ai loro studi e al loro sport. Le differenze tra le proiezioni di Mercatore e le proiezioni gognometriche, alcuni esperimenti sulle frequenze, sull’elettricità, i sistemi binari e continui, le leggi pitagoriche, la sezione aurea, le leggi probabilistiche, la legge di Keplero e tantissimi altri esperimenti! Il museo è estremamente interattivo e potrebbe rubarti per giorni interi! Ma alle 17.30 dobbiamo tornare a casa dove ci aspetta Frank. Si parte tutti per Cape Cod. Carichiamo bici, racchette, bagagli e subito in auto, direzione Falmouth! Qui ad attenderci ci sono la sorella di Frank, Carol, Antonella, Francesca e Creg con i quali condividiamo subito un’ottima cena preparata da Carol. La stanza a noi riservata è in perfetto stile marinaro e sembra quasi tutto ai limiti del reale. Ma i ragazzi sentono forte il richiamo del mare e tutti assieme andiamo a fare una passeggiata in spiaggia. Tocchiamo subito l’acqua incuriositi dalla temperatura che sembra decisamente più calda di quello che ci aspettavamo. Infatti la forma di Cape Cod consente alle correnti calde di trattenersi all’interno di questa grande baia naturale. Ovviamente la voglia di fare un tuffo nell’oceano e forte, motivo per il quale torniamo tutti a casa per riposarci in vista di una nuova giornata all’indomani.

Giorno 8

Stamattina sveglia alle 8.00 dove ci aspetta una deliziosa colazione americana preparataci da Frank. I ragazzi si divertono a cucinare le uova strapazzate e a preparare degli ottimi pancake sotto la regia di Frank. A noi tutti sembra di essere in un film americano visto che la casa a Cape Cod si presenta perfettamente come una di quelle scenografie alle quali il cinema e la televisione ci ha abituato.
Dopo l’abbondante colazione prepariamo tutti il necessario per la spiaggia. A vedere il cofano della macchina di Frank mi sembra di dover partire per una gita di pasquetta. Borsa frigo, ombrelloni, sedie, racchettoni, materassini, frisbee e chi più ne ha più ne metta!
Arrivati in spiaggia ci tuffiamo subito nell’oceano, da troppo tempo non sentivamo un po’ di profumo di sale senza il quale ormai fatichiamo a resistere. Il nostri italiano incuriosisce molti turisti americani di origini italiane che vengono a farci tante domande.
Nel pomeriggio si torna tutti a casa prima che il sole ci bruci completamente e dopo una veloce doccia in giardino Frank prepara un gigantesco barbecue. Mangiamo tutti assieme e poi decidiamo di fare una gita al bellissimo faro di questa città, situato su un piccolo promontorio dal quale possiamo godere di un fantastico tramonto e successivamente facciamo una passeggiata nel piccolo centro di Falmouth.
Tronati a casa di sera salutiamo Antonella, Francesca e Creg che tornano a Boston mentre noi decidiamo di vedere un film tutti assieme nel comodissimo salotto di Frank! Alle 23.30, soddisfatti ma anche ormai stanchi ci salutiamo e andiamo tutti a dormire. Domani ci aspetta un’altra giornata a Cape Cod.
 

Giorno 9

Oggi sveglia a Cape Cod, colazione all’americana con Frank e Carol e poi i ragazzi prendono i Kayak e fanno un po’ di esplorazione nel corso d’acqua che da casa di Frank arriva verso l’oceano. Nel frattempo io mi rilasso un po’ all’ombra di un albero leggendo un buon romanzo. Verso ora di pranzo torniamo a casa, laviamo le canoe, sistemiamo tutto e insieme con Frank e Carol andiamo a pranzo in un pub irlandese a mangiare hamburger e fish and chips. Dopo qualche chiacchiera e due passi salutiamo Carol e ci rimettiamo in auto, direzione Boston. I ragazzi sprofondano nel sonno cullati dall’auto mentre io ho la fortuna di fare una lunga chiacchierata con Frank sull’America oggi e sulle difficoltà di integrazione vissute dagli italo-americani nel corso delle diverse generazioni.

A cena ci aspetta Antonella nella sua bella casa a due passi dalla South Station dove ci prepara un ottimo piatto di pasta (italianissima!) con le zucchine, un rustico di asparagi e per concludere un gelato molto apprezzato dai ragazzi. Dopo cena ci raggiunge Riccardo, un ragazzo molto simpatico che avevamo conosciuto nel corso della premiazione al consolato. Usciamo tutti assieme per fare una passeggiata sul water front e poi ognuno a casa. Domani ci aspetta l’ennesima giornata e se il tempo non fa scherzi forse riusciremo a regatare al Courageous!

 

Giorno 10

Stamattina sveglia a Boston di buon ora, mattinata libera che dedichiamo ad una lunga passeggiata per le strade di Boston che ormai cominciano ad essere familiari anche per i ragazzi. Facciamo una sorta di ricognizione dei negozi per cominciare a pensare ai regalini da portare in Italia… ormai il giorno del rientro si sta avvicinando inesorabilmente.

Facciamo un salto al Quincy Market dove troviamo un gruppo di ballerini di break dance che intrattiene allegramente un pubblico di curiosi passanti e poi entriamo nel Boston Central Market dove pranziamo con un’ottima Bagel farcita. Dopo pranzo facciamo una lunga passeggiata in direzione di Charlestown dove si trova il Courageous, ma prima di arrivare al circolo facciamo una doverosa visita alla Constitution, la nave che è stata centrale nella storia della rivoluzione americana.

Al circolo veniamo accolti con molta cordialità e ci imbarchiamo subito su uno dei tantissimi Rhode 19 per uscire in acqua e partecipare alle regate. Purtroppo la giornata non è delle migliori e dopo la seconda prova che chiudiamo quarti dobbiamo rientrare per via di un violento acquazzone. Ci copriamo al meglio ma la doccia è garantita! Arrivati a terra disarmiamo e trascorriamo un po’ di tempo con i soci del circolo a chiacchierare di regate e a raccontare un po’ la nostra avventura.

Dopo un po’ prendiamo un taxi e ci dirigiamo in zona Acquarium dove ci aspetta Frank in compagnia di Franco e Rosetta. Mangiamo un ‘ottima pizza al pasta beach (non avrei mai detto di mangiare a Boston una buona pizza napoletana e invece ho dovuto ricredermi!) e poi rientriamo a casa per la nostra ultima notte a casa di Frank. Ne approfittiamo per omaggiare il nostro anfitrione di una ottima bottiglia di aglianico del beneventano che sono certo apprezzerà e una cartolina di ringraziamento che i ragazzi hanno voluto scrivere per lui. Ma dopo tutti a nanna che domani la giornata sarà lunga e senza sosta

Giorno 11

Ultima sveglia a Boston. Dopo un’abbondante colazione prepariamo le valigie e poi zaino in spalla in giro per comprare i regalini da portare in Italia. Dopo due ore abbiamo gli zaini pieni di tantissimi gadget, magliette, cappellini, targhe, calamite e quant’altro. Pranziamo velocemente in zona Washington street; i ragazzi decidono di assaggiare un vero hot dog americano (sebbene i crauti li lasciano un po’ interdetti) mentre io mangio un ottimo falafel. Dopo pranzo percorriamo tutta Washington street fino alla zona del tuft medical centre. Qui ci incontriamo con Antonella per salutarla e ringraziarla per la perfetta organizzazione logistica che ci ha sempre garantito e per la sua estrema gentilezza. Siamo quasi pronti per partire ormai, ma non possiamo lasciare Boston senza fare visita ad una nostra celebre connazionale. Ebbene si, a Boston è arrivata da un giorno l’Amerigo Vespucci e decido di approfittare per salutare con i ragazzi la nostra nave scuola. Arrivati alla banchina per noi è subito una grande emozione vedere i marinai imbarcati sull’Amerigo Vespucci e per me che sono stabiese (la nave è stata costruita nei cantieri a Castellammare di Stabia) è sempre un po’ come rincontrare un pezzo di te. Ricordo ancora con grande emozione quando tantissimi anni fa gli facemmo accoglienza a Castellammare con i nostri piccoli optimist. Facciamo un giro sulla splendida nave scuola e cerco di spiegare ai ragazzi le manovre su navi di questo tipo e scambiamo qualche chiacchera con i tanti cadetti incuriositi dalle nostre magliette di Mascalzone con ben evidente il tricolore sulla spalla.

Salutiamo con grande rispetto questo splendore che ancora oggi solca i mare e gli oceani e torniamo a casa per prendere le valigie e dirigerci all’aeroporto. Dopo aver sistemato i vari regalini nelle valigie arriva puntualissima Francesca che lavorando non lontano da casa di Frank ci accompagna in auto all’aeroporto.

Facciamo regolarmente check in, passiamo i controlli e siamo ormai pronti all’imbarco. Fortunatamente questa volta siamo seduti tutti sulla stessa fila così abbiamo un po’ più di libertà per muoverci e sgranchire le gambe. Tra un film e un gioco, sballottati da qualche turbolenza, arriviamo velocemente a Monaco. Da qui è una rapida “discesa” verso Napoli dove ci aspettano nella zona arrivi i genitori che aspettavano con ansia il momento di riabbracciare i loro ragazzi. Per me l’avventura si conclude ufficialmente quando riconsegno i passaporti ai genitori. Ci abbracciamo forte con i ragazzi consapevoli della bella esperienza vissuta e condivisa che lascerà ognuno di noi più ricchi. Adesso il nostro compito e fare in modo tale che questa avventura e tutti gli stimoli ricevuti nel corso del viaggio diventino parte di noi. Trasmettendo agli altri tutti i feedback positivi di questa eccitante esperienza.